È con Lina Mainini, Mamma Lina, che nel 1921 nasce quello che oggi conosciamo come Bar Jamaica.
Un tempo portava il nome di Ponte di Brera, Fiaschetteria, non un pub ma un semplice posto per bere.
Mamma Lina ne era la proprietaria, una donna minuta ma dal carattere autoritario, e conosceva tutti quelli che passavano da lì, sapeva individuare fin da subito chi pagava, chi non pagava e chi avrebbe pagato… prima o poi.
Aveva una lista nera de debitori, tra cui ne figura uno ben noto, Benito Mussolini.
Mussolini, ai tempi ancora direttore del giornale il “Popolo d’Italia”, era un affezionato frequentatore del bar Jamaica, si recava lì per correggere e scrivere i suoi articoli. Sparì però una mattina del 1922 lasciando un grosso conto aperto, e un grande debito (il primo che inaugurò la lista dei debitori illustri), guadagnandosi da Mamma Lina un bel “Brutt Stupid!”.
È con Elio, figlio di Mamma Lina, che il bar inizia ad avere un grande successo, ed è grazie a lui e al suo amico musicologo Giulio Confalonieri che si deve il nome Jamaica.
Punto di riferimento per giovani intellettuali bohemien, ricchi di idee geniali e poveri di denaro.
Perché Mamma Lina, dopo innumerevoli lamentele, il panino lo allungava a tutti anche a chi non aveva da pagare, o a chi magari proponeva un baratto con un quadro che tanto non accettava. Stava attenta ai furbi ma allungava sempre una mano a chi aveva bisogno.
Mamma Lina oggi non c’è più, ci ha lasciati a 101 anni nel 2002.
Anche Elio non c’è più ma il bar Jamaica viene portato avanti con amore e dedizione dalla moglie Vittoria, dalla figlia Micaela e dalla nipote Carlina.
Foto di Salvatore Galano
Mamma Lina nel 1992